(Dedicata a Iqbal Masih-ucciso il 16 Aprile 1995- che a dodici anni ha sacrificato la sua vita per la libertà di tutti i bambini schiavi del mondo)
Lacrime e sangue sulle strade polverose di Muridke
e solo la morte a segnare il tempo
di un’infanzia rubata.
È un inganno morire a Pasqua
con il vento fra i capelli
mentre in sella a una bicicletta
si rincorrono sogni di bambini.
Iqbal pelle d’ambra e mani di neve
a tessere la tela per intrecciare i tuoi giorni al destino.
Come Penelope sospiri,
ma senza attese né promesse di ritorni,
solo un volo d’airone con ali di cera
così fragile dinnanzi a cieli di fuoco accesi.
È fatica la tua vita
e il cuore s’impiglia in trame sottili
a cercare primavere da indossare.
Voce che grida l’innocenza tradita
senza memorie di giochi né carezze
ai margini di una favola smarrita.
Improvviso, in un giorno d’aprile,
è arrivato l’inverno,
hanno spento il tuo sorriso
all’ultimo giro di giostra.
Il tuo sangue Iqbal è un’onda
che s’infrange contro il silenzio
e la verità si nutre di speranza.
Sei volato via nel raggio del tramonto
per afferrare come un aquilone
l’anima del Cielo.
Adesso il vento della sera ha già voce d’altri incontri…