Dove volano gli aquiloni

Narra il vento con gelida voce di tempesta segreti rubati ai sospiri della notte.

Un sorriso disegnato dietro a una lacrima per fermare il passo del tempo

e nascondere l’inganno dei giorni.

Nate all’ombra di un sogno, laggiù ad oriente dove il mare è dolce nenia di conchiglia

e infinite lune brillano sulle dune profumate di sabbia.

Donne invisibili nascoste dietro a veli, prigioniere di un’idea nel crepuscolo di un tramonto

mentre lenta si consuma, fra muri di silenzi, l’agonia di stagioni mai sbocciate.

Ignoti i loro passi al cuore della terra, sul viso un’innocente euforia

e sulle labbra strette memorie di sorrisi.

Forse sognano di fuggire e pensano ad un mare lontano

dove le onde sussurrano un canto di stelle

e gli aquiloni volano nell’azzurro fino a svanire nel grembo dell’infinito.

Ma Sharazad non ha più fiabe da narrare per sconfiggere la notte.

Mani di falce hanno fatto scempio di quei sorrisi

e solo una sottile traccia di dolore resta nel ventre della sera.

Adesso le puoi scorgere nell’arco del cielo dove si perde l’ultimo raggio del tramonto,

indossano vestiti di fiori e sandali di sabbia e con le dita sottili accarezzano capelli di vento.

Una barca le conduce oltre le nuvole, la rotta è già tracciata e l’onda è quieta.

Dolce è l’approdo sulle rive del cuore per ascoltare l’eco del mare

e svanire nel candido splendore dell’aurora.

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