E mi ritorna ancora,
nei crepuscoli delle mie ore ricamate di silenzi,
quel tuo sorriso che mai non vidi.
Quando trascolora il cielo sopra l’orizzonte,
laggiù dove lo sguardo si perde
verso la rotta sconosciuta dell’ultimo tramonto,
un gabbiano appare a disegnare voli d’infinito.
Sei nato come un sospiro di vento in una notte ubriaca di stelle,
quando il canto del mare era una carezza sulle onde
e si salpava con il cuore sulle vele robuste
mentre si dilatavano le ore della gioia.
Ma breve fu il tuo passo nel giorno, un affaccio sulla soglia del mondo
e poi, improvvisa, s’abbassò la sera.
Sei in un altro tempo e riposi all’ombra di remote stelle,
ma nel cielo si è spezzato l’incanto e il mio petto è un sepolcro di lacrime.
Sono rimasta sola nel grembo del mondo
a raccontare la storia di noi due
adesso che nulla è il tuo respiro
e dal silenzio non rispondi, non puoi.
L’amore non si ferma, né si dilegua lo strazio
e stilla il dolore goccia a goccia.
Ma quando un raggio di sole oltre le nuvole sfiora il mio viso
e un sussurro di vento è come l’eco di una voce lontana,
sei tu a dirmi che ancora sei, non pallida ombra fra le nebbie,
ma scintilla di luce accesa d’immenso.
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Recita la Poesia: Emanuela Panatta (attrice, www.emanuelapanatta.com)
Elaborazione Audio e Mix: Pino Mannarino
Musica: Frederick Delius, Concerto per Violoncello